LA BANCA DATI DI STRUTTURE E ALLOGGI
La regola
Il ministero del Turismo ha appena dato il via libera all’istituzione di una banca dati a delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi, che verranno identificati tramite codice regionale oppure, se non è previsto dalla normativa locale, un codice alfanumerico rilasciato dalla banca dati nazionale.
Queste le informazioni che dovranno essere trasmesse: tipologia di alloggio, ubicazione, capacità ricettiva, soggetto che esercita l’attività ricettiva, estremi dei titoli abilitativi necessari (in materia urbanistica, edilizia, ambientale, di pubblica sicurezza, di prevenzione incendi, igienico-sanitarie).
La prassi
Il codice identificativo andrà esposto in ogni comunicazione inerente all’offerta e alla promozione dei servizi all’utenza. Sono tenuti a pubblicare il codice i titolari, i soggetti che concedono in locazione breve delle unità abitative, le strutture ricettive, gli intermediari immobiliari e i soggetti che gestiscono i portali telematici, pena una sanzione pecuniaria da 500 euro a 5.000 euro.
Nel caso di reiterazione della violazione, la sanzione viene maggiorata del doppio.
La stretta
Per contrastare forme irregolari di ospitalità, anche a fini fiscali, verranno in seguito definite le modalità applicative per l’accesso ai dati relativi a questo codice identificativo da parte dell’agenzia
delle Entrate.
LE NORME REGIONALI
La regola
Molte Regioni, che hanno competenza concorrente in materia di turismo, sono già intervenute con leggi regionali definendo con precisione il confine tra chi effettua locazione turistica a livello professionale e chi invece ne trae vantaggio esercitando un semplice diritto di proprietà (confine tra attività ricettiva e locazione turistica).
La prassi
In linea generale le attività ricettive extra-alberghiere (case vacanza, bed & breakfast, affittacamere, guest house, ecc.), e non le locazioni brevi, possono erogare servizi alla persona (ad esempio le pulizie, che alcune norme regionali prevedono obbligatorie ogni tot giorni).
La stretta
Diverse regioni già richiedono per chi fa locazione breve l’invio di una comunicazione al Comune e l’attribuzione di un codice identificativo degli immobili commercializzati, che va esposto negli annunci (online o meno), al fine di monitorare il fenomeno.
In Sardegna c’è lo «Iun», in Lombardia il «Cir», in Toscana il «Codice identificativo» da attribuire ad ogni alloggio e in Puglia il «Cis». Previste anche le multe: in Lombardia da 500 a 2.500 euro per ogni annuncio senza il Cir (o che lo riporta in maniera errata o ingannevole).
fonte sole 24h