Niente bonus affitti per i contratti siglati dopo il 29 ottobre 2020. Solo i contratti in essere a tale data (e non quelli conclusi successivamente) potranno consentire ai proprietari di beneficiare del contributo fino al 50% della riduzione del canone di locazione accordata agli inquilini (massimo 1.200 euro all’anno per ciascun locatore).

È questo l’effetto paradossale del decreto legge «Sostegni» (dl n. 41/2021) che è intervenuto sulla disciplina dell’agevolazione con un pasticcio normativo che ha portato ad abrogare la disposizione più favorevole ai proprietari, mantenendo in vita quella più restrittiva che limita la fruizione del contributo ai soli contratti in essere al 29 ottobre 2020.

Andiamo con ordine. La disciplina degli incentivi per la riduzione del canone d’affitto delle abitazioni principali è stata spalmata dal legislatore in due diverse norme. La prima, quella del decreto «Ristori» (articolo 9 quater del dl 137/2020), circoscrive l’orizzonte temporale dei contratti che possono beneficiare del bonus, la seconda, contenuta nella legge di bilancio 2021 (articolo 1 commi 381-384 della legge 178/2020) ripropone lo stesso meccanismo del decreto Ristori ma questa volta senza fissare paletti sulla data di vigenza dei contratti.

Ebbene, cosa ha fatto il decreto Sostegni? All’art. 42 (quello dedicato alle coperture finanziarie del decreto) ha abrogato le norme della legge di bilancio 2021, lasciando invece in vita quelle del decreto Ristori che istituivano per finanziare l’agevolazione un fondo di 50 milioni di euro per il 2021, incrementato di ulteriori 50 milioni dal decreto Sostegni. Apparentemente un raddoppio di fondi, e in effetti in questi termini si è espresso in un comunicato il ministero per le infrastrutture e le mobilità sostenibili guidato da Enrico Giovannini.

In realtà i fondi non sono affatto raddoppiati ma sono rimasti gli stessi (100 milioni in totale) visto che tra le norme della Manovra abrogate c’è anche quella che autorizzava per il bonus affitti la spesa di 50 milioni di euro per il 2021.

In pratica, in una partita di giro contabile, i 50 milioni della legge di bilancio sono usciti dalla porta e rientrati dalla finestra, confluendo nel Fondo istituito dal decreto Ristori il quale, tuttavia, fissando il limite temporale del 29 ottobre 2020, risulta di sicuro meno favorevole per i proprietari. Come dire: stessi soldi, più paletti. E infatti Confedilizia è tornata ieri a chiedere più fondi per sostenere la misura (rispetto ai 100 milioni totali) e soprattutto una rapida emanazione del provvedimento attuativo da parte dell’Agenzia delle entrate che dovrà definire la percentuale di riduzione del canone mediante riparto proporzionale in relazione alle domande presentate. Secondo Confedilizia, infine, l’agevolazione dovrebbe poter essere applicata in tutta Italia e non solo nei comuni ad alta tensione abitativa.

fonte italiaoggi