Il premier sull’assenza dei ministri leghisti al Cdm: «Spiegherà Salvini»

Mario Draghi, prima di ribadirlo in conferenza stampa, lo aveva già confermato in Cdm: le rendite restano invariate, nessuno pagherà di più o di meno con la «riformulazione del Catasto, che peraltro si attuerà in 5 anni. E più in generale la riforma fiscale non è destinata ad alimentare le entrate, «ad aumentare il gettito». Le rassicurazioni del premier (e del ministro dell’Economia Daniele Franco) però non sono bastate alla Lega, che dopo aver abbandonato polemicamente la Cabina di regia (presente Massimo Garavaglia al posto di Giancarlo Giorgetti) ha disertato anche il Consiglio dei ministri. È la prima reazione post elettorale. Draghi lo sa bene e quando arriva davanti ai giornalisti prima di imbarcarsi per la Slovenia dove si tiene il Consiglio europeo, cerca di minimizzare: «Lo spiegherà Salvini».

Dopo aver salutato con orgoglio il premio Nobel per la Fisica a Giorgio Parisi, il presidente del Consiglio parla dei contenuti del provvedimento appena approvato senza fare alcun accenno alla mancata presenza dei tre ministri del Carroccio (oltre a Giorgetti e Garavaglia anche Erika Stefani). Ma quando partono le domande non si sottrae. «Ci sono evidentemente delle diversità di vedute», che però non interrompono «l’azione di Governo». Che è poi quello che interessa al premier e per cui ha voluto riunire il Consiglio dei ministri , nonostante l’aria avvelenata dalle tossine post voto. «Non credo che il risultato delle elezioni abbia in qualche modo indebolito il governo, però non so nemmeno se l’ha rafforzato», ha aggiunto, specificando che questa è una «maggioranza diversa», alla quale non si possono applicare le categorie del passato. Il mancato voto della Lega in Cdm è un fatto sì «serio», che non può però essere interpretato come l’apertura di una crisi e neppure diventare pretesto per quella che un tempo si sarebbe chiamata «verifica». In ogni caso – ci ha tenuto a sottolineare – la delega è stata oggetto di numerosi confronti nella fase preparatoria e la parola ora passa al Parlamento e poi il confronto proseguirà su ogni decreto delegato sui diversi aspetti. Non c’è infatti solo il Catasto ma tutti i principali temi fiscali: dalla rivisitazione delle aliquote Irpef per ridurre il cuneo fiscale (che potrebbe in parte essere anticipata nella legge di Bilancio) alla razionalizzazione delle aliquote iva.

Temi che immediatamente vengono cavalcati da Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi si è smarcato dall’alleato e tanto Renato Brunetta che Mariastella Gelmini e Mara Carfagna rivendicano la soluzione adottata in Cdm, compresa quella sul Catasto. Brunetta del resto con il ministro Franco erano giorni che lavorava alla norma che mettesse al riparo i contribuenti. Che alla fine è arrivata: «Basta leggere il comma 2, lettera D dell’articolo 7 », ha insistito Gelmini con riferimento alla disposizione secondo cui le «informazioni rilevate» non verranno usate «per la determinazione della base imponibile». Per Brunetta quella decisa ieri «è un’operazione trasparenza» con effetti a lungo termine anche sulla politica che in futuro sarà chiamata a dire chiaramente se vorrà mantenere la neutralità della riforma come «certo assicurerà il centrodestra». La scelta di Salvini allarma invece il Pd che bolla la mancata presenza dei ministri del Carroccio come uno «strappo grave e incomprensibile».

In Parlamento intanto ci si prepara già all’arrivo della Delega. Il presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin (Iv), ha detto ieri che il testo approvato in Cdm «riprende pressoché integralmente il documento approvato a larghissima maggioranza dalle commissioni Finanze di Camera e Senato lo scorso 30 giugno».

fonte sole24h