Confermato il prolungamento a tutto il 2023. Ma gli addetti ai lavori (e qualche partito di maggioranza) lamentano aumenti dei costi e dei tempi di consegna.

Sarà che finora il risultato non era quello tanto atteso, anche se si stenta a dirlo. Sarà che le decine di complicate pratiche burocratiche richieste avevano scoraggiato i contribuenti, al punto di portarli a rinunciare alla maxi-agevolazione piuttosto di affrontare la montagna di carte richieste. Tant’è che, da quando è stato introdotto, c’è stato un continuo lavoro di semplificazione per snellire l’iter. Il fatto è che ora c’è più tempo per rifare la casa gratis (o quasi) grazie al superbonus 110%. Il Governo ha deciso di prorogarlo per tutto il 2023, il che significa altri due anni rispetto al piano iniziale approvato nel 2020 in piena pandemia.

I promotori della maxi-detrazione fiscale destinata a chi vuole ristrutturare il proprio immobile apportando dei miglioramenti energetici (con parecchi vincoli ed altrettante concessioni) gridano di gioia, convinti che rappresenterà «una ripartenza per l’economia», per dirla con parole della numero due del Mef, Laura Castelli. Meno entusiasti alcuni titolari delle imprese edili, che continuano a chiamarsi fuori dai lavori interessati dal superbonus. Apparentemente, erano quelli maggiormente beneficiati dall’intervento dell’allora Governo Conte. Nella pratica, dicono, c’è del fumo oltre all’arrosto.

È un problema di costi e, quindi, di conti. Di prezzi calmierati sulle materie prime da utilizzare che, però, non portano la calma nei bilanci delle imprese. Lamenta chi riceve l’appalto: il Governo mi dice quanto posso chiedere al committente per un determinato lavoro. Ma nessuno dice quanto devo pagare io al massimo la materia prima: il costo del legno, del polistirolo per il cappotto termico, è lievitato. I materiali devono essere quelli per legge e i prezzi da applicare anche. Ma io, imprenditore edile, mi vedo aumentare i costi. Risultato: se ci guadagno qualcosa, il gioco non vale la candela. Più facile che ci perdo. Lascio stare e mi dedico ad altri appalti che mi consentono di mantenere l’impresa e i posti di lavoro.

Il ragionamento – per quando Confedilizia abbia accolto il prolungamento del superbonus con soddisfazione – non sfugge al mondo politico, anzi: all’interno della maggioranza c’è chi è consapevole di questa situazione e chiede di ascoltare gli addetti ai lavori. Non solo gli imprenditori ma anche i professionisti del settore. Tra gli architetti, ad esempio c’è chi denuncia: «Il superbonus non ha soltanto dato impulso al settore dell’edilizia, ma ha anche generato un aumento del 30% del costo dei materiali e un incontrollato allungamento dei tempi di consegna delle forniture». E nella compagine di Governo – leggi Italia Viva – c’è chi teme che la proroga del superbonus a tutto il 2023 «alimenti ancora di più questa spirale sui prezzi e sui tempi di consegna. A pagare il prezzo più alto sono e saranno ancora le famiglie».

E poi c’è la questione dei permessi, delle asseverazioni, di un meccanismo burocratico che finora ha scoraggiato chi poteva beneficiare del superbonus. Una parte di queste procedure è stata semplificata. Non si stanca di ripeterlo la viceministra Castelli: «Dopo la semplificazione delle procedure – insiste – abbiamo registrato un’importante accelerazione. Dare più tempo vuol dire consentire a cittadini ed imprese di programmare meglio gli interventi, consentendo ad una platea maggiore la possibilità di ottenere, per i loro immobili, una maggiore efficienza da un punto di vista energetico e sismico».

Le condizioni per accedere al superbonus 110% restano sempre quelle: almeno un intervento trainante per accedere all’agevolazione, cioè:

interventi di isolamento termico sugli involucri (il cappotto);
sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni;
sostituzione di impianti di climatizzazione invernale sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti;
interventi antisismici nelle zone a rischio.
Facendo almeno uno di questi lavori se ne possono aggiungere i cosiddetti trainati volti sempre ad un maggiore efficientamento energetico dell’edificio, tra cui l’installazione di pannelli fotovoltaici e di colonnine di ricarica elettrica o la sostituzione degli infissi e l’installazione di schermature solari.

fonte laleggepertutti