Attività economiche chiuse e tassa rifiuti in aumento nel 60% dei comuni. È il paradosso che gli esercenti hanno vissuto nel 2020, un anno che avrebbe dovuto segnare il passaggio al nuovo metodo tariffario dei rifiuti (con l’obiettivo dichiarato di evitare voci di costo improprie) e che invece, anche a causa dell’esplosione del Covid, si è rivelato un salasso sul fronte della Tari. È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio Tasse Locali di Confcommercio che nel 2020 ha censito le delibere e i regolamenti di tutti i comuni capoluogo di provincia oltre a più di 2.000 altri comuni di piccole e medie dimensioni. Secondo l’analisi dell’Osservatorio, su 110 capoluoghi di provincia e Città Metropolitane, quasi l’80% dei comuni non ha ancora definito il nuovo metodo tariffario dell’Arera e nel 21% dei comuni che invece lo hanno recepito, in più della metà dei casi (il 58%) il costo della Tari è risultato in aumento, mediamente del +3,8%. Due esempi: nel comune di Ancona, per un bar di 100mq la Tari nel 2020 è aumentata di 112 euro; per un supermercato di 100mq nel comune di Torino l’aumento arriva a 312 euro. Segno, osserva Confcommercio, che l’adozione del nuovo metodo Arera per oltre la metà dei comuni è stata colta come l’occasione per ritoccare ulteriormente al rialzo il valore complessivo della spesa per i rifiuti. I sindaci però non ci stanno. «La nota di Confcommercio non tiene conto delle proroghe nell’applicazione delle nuove e complesse regole dettate da Arera», ha ribattuto il segretario generale Veronica Nicotra. «Non si tratta di inadempienza: i comuni e le autorità d’ambito hanno potuto operare entro la fine del 2020, come previsto dalla legge». Secondo l’Osservatorio di Confcommercio il 60% dei comuni ha mantenuto le tariffe invariate, mentre il 17% le ha diminuite (mediamente del 5%) e il 23% le ha addirittura aumentate (mediamente del 3,8%). Secondo l’Anci la spiegazione risiede nel fatto che «lo stesso metodo Arera in più di una situazione locale produce aumenti nei costi riconosciuti che si basano ora principalmente sui consuntivi degli anni precedenti».

fonte italiaoggi